Agli amici di Cesena Tra poker e tris c'è poco spazio per la politica Leggendo le cronache dei giornali romagnoli di questi giorni, abbiamo avuto modo di osservare che tale Denis Ugolini, segretario dell’Unione Comunale repubblicana di Cesena, propone di "mandare in pensione il PRI". Orbene, i repubblicani da tempo sono per la riforma del sistema pensionistico con l’allungamento dell’età pensionabile. Ci permettiamo di riferirci a un "tale" Denis Ugolini perché convinti che si tratti di un omonimo del consigliere nazionale repubblicano. Siamo certi che, se si trattasse del consigliere in questione, proposizioni di tale portata avrebbe certo voluto esporle in sede assembleare della dirigenza repubblicana, dove peraltro mai abbiamo avuto il piacere d’ascoltare un suo intervento, causa una sua ostinata "assenza". Per chi non è abituato al gioco d’azzardo è difficile comprendere perché all’improvviso e alle porte di un Congresso si voglia considerare chiusa definitivamente l’esperienza repubblicana. Evidentemente ciò che si dice per Ravenna vale anche per Cesena: "Più immobili che voti". Considerato che il "tale" ha già prodotto una bella esperienza politica in piena sintonia con la Lega, è probabile che il suo intendimento sia proprio quello di fondersi con i leghisti. E fa particolarmente specie che l’uomo che ad ogni Congresso ci fa lacrimare quando afferma "Il Pri è mio padre", l’amico Mario Guidazzi, ora ci proponga di scioglierci nell’Udc di Casini o nell’Api di Rutelli. Eppure non molto tempo fa gli sentivamo dire il contrario. "Ah, ci fosse Cino Macrelli, morirebbe per la seconda volta!" Può darsi che a livello di Direzione centrale non si abbiano idee sufficienti per soddisfare chi ama le porte girevoli atte a far entrare, uscire, rientrare, riuscire all’infinito dal partito. Tuttavia, se le idee si misurano con le miserie del piccolo cabotaggio locale, è meglio tenersele per sé. I repubblicani devono avere la forza dell’umiltà e chi sta in Direzione Nazionale, anche se non ha votato il segretario, dovrebbe apprezzarne il senso di responsabilità e possibilmente ricambiarla senza servili ipocrisie. Sul giornale del Partito, che a Cesena pagano in pochissimi (8), sono stati pubblicati i titoli delle tesi congressuali e i relativi responsabili. Ci fosse qualche cesenate con la voglia di dare una mano? Evidentemente no. Meglio morire baciapile che repubblicani! Come diceva Giovanni Bovio (il segretario del Pri si ripete): "Il diritto senza il dovere fa il padrone, il dovere senza diritto fa il servo: diritto e dovere equilibrati nella persona fanno l’uomo, non padrone o servo, non signore o suddito, ma l’uomo veramente, l’uomo libero". A proposito, quanti romagnoli c’erano a Carrara a difendere la statua di Mazzini? Nessuno. |